martedì 20 gennaio 2015

Sulle ali di una farfalla

                               Bella la vita sulla spiaggia di Cannes, acquarello di M:Spada

William era uno di parola e la lettera di Viane giunse a Piero nel giro di poche ore. Era in giardino, l'aria portava di quando in quando il profumo della lavanda che sventolava sulle ordinate aiuole e alcune vocine di uccelli si davano a vicenda risposte argute, lui era lì fremente e pensieroso poichè a breve  sarebbero giunti i poliziotti con delle novità. " Greco è stato avvistato sulla spiaggia di Cannes", gli avevano comunicato la sera precedente con una telefonata dal comando di polizia della Mortola inferiore, "veniamo da lei domani mattina, abbiamo bisogno della sua collaborazione". Mentre nella mente di Piero già si faceva strada la fine dell' assurda disavventura capitata a lui e Viane dal mare salì un sussurro monotono e smorzato insieme ad una nebbia fatata che per qualche istante lo addormentò. Non durò a lungo quell'incantesimo, solo il tempo necessario per permettere a William di calarsi dal cielo toccarlo dolcemente con la bacchetta dei sortilegi che gli aveva consegnato Isotta Stella e abbandonare sulle sue ginocchia la missiva presa in consegna da Viane."Che succede, che succede?, urlò ridestandosi mentre un brivido gli corse lungo la schiena, " Mi sono assopito, certo forse per via dei farmaci che prendo ed ho anche sognato. Ora ricordo. Mi aggiravo tra i teatri di Londra ma non in quelli di oggi, in quelli che andavano di moda nel tardo cinquecento a forma circolare in legno e con il palcoscenico formato da una piattaforma sopraelevata e poi due porte sostenute da due colonne e un balcone. Proprio lì ho assistito alla rappresentazione  di una toccante scena d'amore . Sì, ho anche sognato una data , mi sembra 1599 e il teatro si chiamava Globe. Ora che ci penso era il più famoso per le rappresentazioni shakespeariane e i personaggi che sbucavano dal balcone interpretavano Romeo e Giulietta." Parlò così tra sè e sè per qualche istante senza capire più nulla, come succede a chi si risveglia da un sogno di cui non ha chiaro il senso, finchè un fruscio, quasi simile a quello di una foglia smossa dal vento, lo riportò alla realtà. Abbassò i suoi immensi occhi azzurri, che in un giorno felice fecero innamorare Viane, e sulle sue gambe  vide uno scritto accarezzato da una delicata arietta del mattino  pronta a giocare con due fogli di un' impalpabile carta azzurrina . "Di che si tratta", si chiese subito Piero cercando di bloccare quel movimento dispettoso procurato dall'odioso venticello  che gli impediva di leggere il contenuto di quelle pagine arrivate da chissà dove  . "E' la sua calligrafia, è la sua, anche la carta da lettere è la sua, la acquistò l'ultima volta che ci recammo a Londra in un'importante cartoleria. Impossibile!. Ma non è possibile. Mariarosa, Mariarosa, vieni qui". La sua fedele governante alle prese  con un innaffiatoio d'ottone nella vicina limonaia corse in giardino e mentre lui interrompendosi di botto incominciò a leggere  la lasciò per un lungo istante sconcertata e commossa. "Mio caro Piero, il tuo amore senza saperlo mi ha portato a scoprire un mondo straordinario", iniziava con la dolcezza di sempre  la lettera che portava la firma di Viane. "ti penso e non te ne avere se ti confesso che in tutto questo trambusto che sta succedendo intorno a noi io ho trovato le risposte ai miei dubbi e alle mie esitazioni sul senso delle mie scelte di vita. Questo rapimento ormai sta per giungere al finale che tutti speriamo. Presto sarò da te grazie al pentimento del giovane sequestratore ingaggiato da chi tu sai .  Lui è un poeta, anche se non crede di esserlo. Legge, scrive versi, frequenta quasi di nascosto le compagnie teatrali ma nessuno lo sa poichè per i suoi amici è solo "la volpe".  Un po' questo ragazzo  mi assomiglia, forse come quel figlio che ho lasciato andare e che ora vaga senza sapere nulla di me con un nome che  neppure conosco. Con lui sono entrata nella magia della vita ed è questa la cosa più strana ma insieme la più bella che mi sia capitata  accettando, per la prima volta  di lasciarmi andare. Non succcedono a tutti simili rivolgimenti di esistenza ma incomincio a immaginare che invece possono capitare a chi crede nel fantastico, a chi non va sempre diritto per la stessa strada, a chi crede che i sogni non sono solo bolle d'aria che si rompono appena le tocchiamo. Tu lo sai , per natura io sono una sognatrice e anche il nostro incontro mi era stato annunciato. All'epoca mi eri apparso in sogno sulla gualdrappa di un cavallo con un castello sullo sfondo come quel Guidoriccio da Fogliano all'assedio di Montemassi dipinto da Simone Martini nel trecento. Ho sempre fantasticato su quell'affascinante condottiero tanto da pensare che l'uomo che avrei sposato sarebbe stato uguale a lui. Così è stato fin dal primo istante in cui ti ho visto perchè anche senza muoverti mi hai subito comunicato la forza che ti porti dentro per affrontare le vere battaglie, quelle della vita.  Mi trovo in un luogo dove la magia è di casa, in un paese che sicuramente conosci ma che non avresti mai immaginato potesse cambiare il nostro destino. Tornerò da te non appena compiuta una missione, non cedere ai ricatti di Greco, difendi le nostre terre poichè il seme che vi crescerà farà felice il mondo. Un bacio grosso, tua Viane". Piero con la lettera ancora calda tra le mani iniziò a versare lacrime di gioia e senza neppure accorgersene si sollevò dalla carrozzina baciando e abbracciando Mariarosa. "Che fa signor Piero", le urlò spaventata lei,"stia fermo lei non può muoversi". Mariarosa lo minacciò prima con lo sguardo, poi con le parole ma ormai non c'era più nulla da dire, nè da fare. Piero era diritto in piedi e vi rimase per alcuni istanti finchè provò a camminare. "Signor Piero si fermi, cosa le succede, santo cielo si fermi altrimenti cade". La devota governante non fece in tempo a pronunciare questa frase che lui cadde sul serio rotolando dolcemente su un cuscinetto di soffice trifoglio. Sgranando le sue incredule pupille emise un gemito di gioia e dopo essersi sollevato lentamente ricominciò a camminare. "Mariarosa io cammino! E' tutto un sogno, il più bello della mia vita, aveva ragione Viane quando mi diceva che per guarire bisogna crederci, ha ancora ragione ora quando mi scrive che bisogna lasciarsi andare perchè nulla sappiamo dell'oggi e del domani." Gridava con ardore ripetendo a se stesso che l'amore fa trionfare su ogni delusione, su ogni disgusto della vita. Intanto anche a Triora stava per accadere l'inverosimile, Viane e Brando ignari di quel meraviglioso che era appena accaduto dall'altra parte dei monti  si preparavano a compiere l'importante missione che avrebbe spazzato l'infamia che aleggiava sul fantasma di Peirina e su quello delle altre donne condannate al titolo di streghe. "Brando io penso che i maghi sono solo degli uomini malvagi che si nascondono dietro il potere della magia", disse Viane mentre Brando con in mano una bussola preparava il piano che gli ronzava nella mente per mettersi sulle tracce di Peirina. "E' stupefacente come tu sia abile nel rigirare le parole, come dice Polonio nell'Amleto", gli rispose Brando". Discorrevano tra loro quasi a mezza voce memori del fatto che nominando la parola mago potesse ripresentarsi quel vile pipistrello e così, senza che avessero neppure il tempo di immaginarlo, fu. " Eccomi qui. Sarei quindi un uomo malvagio ?", chiese il topaccio spargendo nel casolare quella sua polvere bianca dall'odore disgustoso. "Ah no caro, questa volta  i conti li fai con me", lo avvertì una voce. Isotta Stella comparve nelle vesti di una fata e spruzzando negli occhi del pipistrello un liquido accecante più potente della luce del giorno lo disorientò facendolo repentinamente zittire e infine scappare. "Viane, Brando salite sulle ali di questa farfalla e andate al castello, Peirina vi attende per essere liberata. Cercate il suo simulacro nascosto in un anfratto, pronunciate il suo nome e lei vi apparirà". La coppia si aggrappò alle tenere ali di una gigante farfalla monarca  e sollevandosi nell'immensità del cielo capì il senso della parola libertà. Di lassù si vedevano le punte delle montagne ma anche il mare aperto dove si stendeva grandioso e infinito a strisce verdi, azzurre, gialle e grigie sempre più sottili, leggermente increspate fino alla sfumatura dell'orizzonte. Lì iniziava la libertà.(continua)                                                                                                                                                   .                                                  

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