sabato 31 maggio 2014

La quiete dopo la tempesta

Carissimi,
prima di proseguire sugli sviluppi delle vicende che movimentano la vita delle mie amiche voglio portarvi nuovamente a sorridere tra le pareti di un negozio che piace molto anche agli stranieri. L'insegna è Santa Maria Novella ma per me questo nome resterà per sempre legato a doppio filo a Concetta Marazzita . Concetta,come ormai la chiamo dentro di me, è un' imprenditrice di grande gusto come poche ne esistono ancora. Io l'ho conosciuta quando  le sue vetrine erano in Santa Maria alla Porta e  fin da allora ne ho apprezzato la serietà ammirandola per la sua profonda conoscenza dei prodotti del famoso brand farmaceutico fiorentino. Da qualche anno la boutique si è spostata in corso Magenta mantenendo sempre quell'atmosfera salottiera che fa di questo spazio un punto di ritrovo per chi vuole essere indirizzato sulla scelta di creme , profumi, acque, colonie, saponi, rimedi  e molto altro ancora, come il celebre pot-pourri. Ed ora vi dico perchè ve ne voglio parlare. Lei, Concetta, ieri con l'energia che la contraddistingue e il suo sorriso che in tempi come questi andrebbe premiato, mi ha fatto conoscere "Acqua di Maggio". Il suo racconto ,per nulla frettoloso, mi ha fatto apprezzare questo prodotto  trascinandomi in un'esperienza sensoriale fantastica. Mentre stringeva tra le mani l'elegante flacone descrivendone le proprietà l'acqua soavemente profumata sembrava scivolarmi addosso come pioggia  avvolgendomi con le sue note delicate mentre la pelle si rinfrescava dolcemente.
Ma torniamo a Sofia. Era notte profonda e anche se la luna illuminava come un faro il piccolo giardino Sofia udendo quei passi frettolosi si sentì in pericolo. Forse si trattava di un cinghiale giunto a valle nella notte, come a volte si raccontava in paese, forse era quel folle del Tony che di notte andava rubacchiando i fiori dei vicini per poi venderli al mercato di Mentone o forse ancora era un malintenzionato che sapendo che era arrivata voleva soldi o qualcosa di più. Pensava questo ed altro Sofia mentre le gambe le tremavano ma mai e poi mai avrebbe immaginato che alle sue spalle ci fosse  l'uomo  più meraviglioso del mondo, ovvero il suo Ale . Dopo una notte d'amore intensa e la riappacificazione Ale aprì il suo tablet mostrando una mail a Sofia ancora perplessa su quanto stava succedendo. "Non vendi più, questa casa non si vende", canticchiava Ale con una musichetta rap ,"leggi qui, la Filarmonica mi ha fatto un contratto". E non dimenticare di essere felice il libro di Andrè riapparve nella mente di Sofia con le sue considerazioni tra le quali quella di fermarsi a osservare come va il mondo. Intanto a Milano anche Emma stava passando dalla tempesta alla quiete e se prima le sembrava di essere in balia del vento, come quelle navi alla deriva dipinte dal pittoreTurner, ora si sentiva nuovamente in pace. Giovanni dopo una lunga telefonata strappalacrime fatta di scuse e di timori infondati le aveva annunciato il suo arrivo a Milano con mammà e lei, sempre incline ad acquisti compulsivi, era già pronta per farsi un regalino: un paio di comode scarpe della griffe "Pas de rouge" trovate in Via Solferino. Stupende!

lunedì 19 maggio 2014

La rivoluzione di Emma e Sofia

Non era possibile eppure quel messaggio era chiaro, più chiaro di quel piccolo raggio di luna che ancora entrava nella stanza da letto di Emma quasi a consolarla con quel suo abbraccio luminoso. Giovanni non solo non voleva quel figlio ma si dileguava mettendo una serie di dubbi sul loro rapporto dove tutto funzionava finchè non c'erano troppi coinvolgimenti.  Erano circa le tre di notte ed Emma, come era solita fare quando le si presentavano delle angosce notturne, si alzò dal letto e a piccoli passi svogliati si diresse nella sua  colorata cucina dove un materno frigorifero Smeg giallo sembrava essere l'unica sua alternativa all'inquietudine che la struggeva. "Che disgraziato", iniziò a gridare singhiozzando con indosso uno dei suoi dolci babydoll di georgette di seta ,"mi molla così con un messaggino, certo dovevo saperlo che era una storia senza futuro: la differenza di età, il suo attaccamento alla terra madre, la sua passione per le belle auto. Eppure facevamo sesso tutte le volte che ci incontravamo, insieme avevamo visto quasi mezzo mondo, insieme progettavamo weekend e altre piccole follie"  Pensava questo e molto altro e intanto mangiucchiava  quello che estraeva a ritmo sfrenato dal frigorifero. Non tutte le amiche di Emma lo sapevano ma lei da qualche anno soffriva di problemi alimentari e nonostante si fosse rivolta a un centro specializzato in queste problematiche non era ancora riuscita a superarle totalmente. "E adesso?", si interrogò addentando una grossa mela del Trentino, "Che mi succederà? Come farò a cavarmela senza il padre di mio figlio? Che ne sarà del mio lavoro e delle mie passioni ? Certo tra noi due non c'erano impegni di alcun tipo ma diciamola tutta : se due si amano veramente di fronte a un figlio non si scappa  e poi si sa come vanno queste cose e cioè che noi donne diciamo di non voler impegni ma poi ci leghiamo per la vita con chi scegliamo di stare .  Vai al diavolo Giovanni io il bambino me lo tengo e cercherò di fare a meno di te". Alternava risposte di saggezza a stati di rabbia a cui seguivano cucchiaiate di budini al cioccolato. La vita le stava richiedendo di cambiare abito dentro, un'operazione meno semplice di quella a cui si era allenata acquistando vestiti a gogò per sentirsi bella fuori. Rimuginava tutto questo e intanto a Latte anche Sofia, non riuscendo a dormire per un altro genere di problemi, si sedeva su una vecchia panca del giardino a scrutare il mare. Lo accarezzava con lo sguardo assorto dei suoi occhioni verdi cercando di prenderne le distanze poichè presto lui e quel paesaggio da cartolina che gli stava intorno a breve sarebbe scomparso alla sua vista. Ormai per sopravvivere alla sua congiuntura non c'era altra soluzione che vendere quell'angolo di paradiso, solo così si sarebbe liberata di un finanziamento che si era accollata e che non riusciva più a pagare, dei continui solleciti da parte delle finanziarie a cui si era rivolta e solo così avrebbe potuto capire che futuro l'attendeva insieme a Ale. Angosciata e quasi in preda al panico cercava di trovare un senso a tutto quello che le stava succedendo ma non ci riusciva. "Eppure sono sempre stata onesta e coerente in tutta la mia vita. E allora perchè mi si chiede di cambiare? Perchè devo abbandonare tutte quelle cose  che fino a poco tempo addietro erano le mie sicurezze?. Perchè la crisi la devono solo sentire le persone che hanno lottato per conquistarsi ciò che hanno costruito? Perchè il mio lavoro viene sottopagato nonostante lo svolga con fatica e impegno? Perchè Ale si è indurito e pensa che la nostra vita sia una catastrofe?" Si diceva tutto questo Sofia come se dentro di lei fosse iniziata una vera rivoluzione e mentre un concerto di rane la faceva sentire a casa udì dei passi dentro il giardino. Il cuore iniziò a batterle forte e...                                                                                                                                        

lunedì 12 maggio 2014

La solitudine di Emma

Carissimi prima di tornare a curiosare nella vita delle mie amiche voglio trascinarvi in un posticino fantastico della mia Milano portandovi nuovamente in via Brera. Mi batte forte il cuore in questo quartiere e non per via del suo recente aspetto glamour, con la boutique di Gucci uomo in testa, ma perchè se sono al mondo un po' lo devo anche a questo luogo. E' qui che il destino, un colorato giorno di primavera di tanti anni fa, ha fatto incontrare mia madre e mio padre  che uscendo dal portone dell'Accademia dove studiava ha avuto il coraggio di fermare una bella ma timidissima signorina bruna con ai lobi un paio di orecchini di corallo e gli occhi pieni di sogni . Una parola oggi ,un'altra domani alla fine, "il piccolo architetto" come lo chiamava suo padre, il pittore Marius Ledda che lo ritrasse in un bel quadro dall'omonimo titolo, sposò mia madre. La Brera di allora non è di certo quella che si vede oggi tuttavia tra le sue viuzze io sento ancora vibrare l'estro degli artisti e forse è anche per questo motivo che continuo a frequentarla vagando tra caffè, boutique e bar à parfum alla ricerca del tempo lontano . Bene, ora seguitimi un attimo perchè voglio parlarvi della "Nanda" che oltre ad essere la proprietaria della galleria "Ponte Rosso" di via Brera 2 è un vero personaggio. Quattro chiacchiere con lei equivalgono alla visione di un bel film sull'arte e sulla vita dei pittori, i suoi naturalmente, quelli che col marito  scoprì col fiuto e l'amore dei mercanti d'arte di una volta. La passione della Nanda, che dopo la morte del marito conduce con il figlio Alessandro la sobria galleria, continua sulla strada tracciata dal consorte Orlando Consonni così insieme alla vecchia squadra, formata da molti chiaristi tra cui Francesco de Rocchi o Adriano di Spilimbergo, ecco spuntare altri talenti come Paradiso e Letizia Fornasieri vincitrice nel 1995 del premio di pittura  Carlo Dalla Zorza promosso dalla galleria. La Nanda parlando della Fornasieri, che fino al 1 giugno espone da lei  con una suggestiva personale, le si illuminano gli occhi. La descrive coi toni e l'entusiasmo di chi, attraverso  lo sguardo lungo dei veri intenditori, ha scoperto un talento coinvolgendo in questa sua ammirazione chi in silenzio osserva estasiato ora il dipinto intitolato "Il giardino delle sorelle Riva", ora "Ireos" oppure "Margherita e la lavatrice". Mi piacciono queste donne  innamorate della loro attività, un po' come lo sono le mie amiche anche se figlie di un altro secolo e di cui ogni lunedì vi racconto spaccati di vita come quello che vi sto per narrare, ascoltate:
 Emma quella sera tornando a casa dalla festa di Viane e Piero chiamò sul telefonino il suo Giovanni rientrato a Cefalù da mammà per darle notizia  dell'arrivo di quel bambino che da poche settimane la sua compagna attendeva, almeno questa era stata la giustificazione con la quale lui aveva motivato la sua frettolosa partenza. Era già la una, una luna languida da lontano sembrava far compagnia ai pensieri di Emma e nonostante lei continuasse a far squillare il cellulare di Giovanni dall'altra parte rispondeva sempre la stessa antipatica vocina:"il cellulare della persona chiamata potrebbe essere spento o.."  "Forse è già a letto", pensò Emma, ma in cuor suo c'era qualcosa che la portava a immaginare altro. Intanto le domande le si affollavano nella mente insieme a risposte che spesso restavano in sospeso. "Ma questo bimbo io e Giovanni lo desideravamo? O forse l'ho voluto solo io?" Sì o no che fosse all'improvviso si ricordò del patto stipulato : ognuno a casa sua, insomma una relazione d'amanti con molto sesso, pochi doveri e scarsa complicità. " Sto sbagliando vita,sono tutta concentrata su me stessa ", incominciò a rimuginare Emma mentre per calmarsi stava quasi per fare uno squillo a Sofia, "e l'arrivo improvviso di questa creatura me lo sta dicendo. Forse è il momento di cambiare e di fare il salto  come ha fatto Viane cercando nell'amore il senso della vita superando l'egoismo personale". Allineava questi propositi mettendoli insieme ad altre considerazioni e mentre la sua mente vagava tra l'immagine festosa di Viane che spingeva la carrozzina di Piero e Francesca che durante quel coktail sembrava aver simpatizzato con un giovanotto francese si addormentò ma nel mezzo della notte l'arrivo sul cellulare di un vagheggiante messaggio di Giovanni la svegliò e dopo aver tolto la mascherina di pizzo dagli occhi e averli un po' stropicciati lesse come era solita fare ad alta voce quello che il suo smartphone impietoso sadicamente le mostrava: " Mi dispiace ma..                                                                                                                                        

lunedì 5 maggio 2014

Il segreto svelato di Viane

"E non dimenticare di essere felice"...A Sofia quel libro l'aveva da subito affascinata, d'altronde lei era una sofiticata divoratrice di carta stampata, tuttavia quel testo gli era giunto tra le mani non per scelta ma quasi per  destino. Il colpo di fulmine con quel best seller francese era avvenuto dopo la sua ultima seduta di analisi consumata su un  antico divano turco foderato in cachemire  poche ore prima della partenza per Latte. Quel pomeriggio dalla sua psicologa adleriana ne erano uscite di cotte e di crude a cominciare dal suo difficile rapporto con la madre che in cuor suo amava ma anche odiava per via di un irrisolto complesso edipico. Tra singhiozzi e silenzi aveva ripercorso un pezzo della sua infanzia rimossa con lei bambina spesso affidata ai nonni e due genitori intellettuali in perpetua ricerca di risposte sul senso della vita. Attraverso loro aveva conosciuto mondi alternativi costellati di guru, di filosofi, di medici e santoni e con questo frappè di new age si era lentamente preparata a guardarsi dentro. Tuttavia in questa loro ricerca di verità che con occhi di bambina spettatrice scrutava divertita e affascinata  c'era un anello mancante.Sembrava infatti che sia la madre che il padre, ammirati e allo stesso tempo ferocemente contestati,si fossero dimenticati di insegnarle ad accettare la sofferenza non dicendole, ma soprattutto non mostrandole con il loro stesso comportamento, che anche questa condizione fa parte dell'allenamento che successivamente conduce a cogliere la felicità. Trovare quel libro appoggiato sul suo sedile del treno per Ventimiglia sembrò a Sofia un regalo, d'altronde i libri a lei l'avevano sempre salvata. "Sincronicità", avrebbe esclamato il padre dall'alto delle sue affermazioni filosofiche. "Fermati e trova il tempo per osservare come va il mondo", con questa frase appena letta nel manuale di Christophe André Sofia si preparava alla sua nuova avventura e sfilando il vecchio burberry che ancora indossava chiuse gli occhi immaginando che la felicità era solo lontano dalla sua vita ma che o prima o poi sarebbe arrivata.  Le amiche intanto, camminando nervose  avanti e indietro sul piazzale davanti al Gold e con in mano una preziosa minoudière di Fendi ,si apprestavano a scoprire il segreto di Viane che scintillante più che mai usciva dalla portiera della "rossa" indossando un meraviglioso abito dello stilista libanese Elie Saab . L'atmosfera era quasi da "Mille e una Notte" ma nel frattempo che Emma e Francesca puntavano gli occhi sulla radiosa Viane dall'altra parte della portiera la favola si preparava a tingersi di altri colori. Piero, volto da cinema per via di uno sguardo seducente e di una criniera di riccioli dorati,si guardava intorno senza muoversi come se attendesse qualcosa o qualcuno. "Che succede?", mormora Francesca a Emma aggiustandosi il sottile cerchietto di Chanel ,"perchè non esce ?Forse una tasca dell'abito azzurro di Boglioli che indossa è rimasta imbrigliata nella portiera?. " Intorno chi già sapeva  si guardava senza imbarazzo ma allo stesso tempo con un po' di commozione  e mentre Viane porgeva una mano a Piero in lontananza giungeva una carrozzella portata da un composto cameriere. Lì sopra tra applausi e una musica festosa che giungeva dalle sale interne del lussuoso ritrovo si adagiava il disinvolto Piero mentre Viane, sfoggiando uno dei suoi più commoventi sorrisi, avanzava fiera con lui strizzando un occhio alle amiche. Eccolo il segreto di Viane, l'uomo che ama è paraplegico e  prima di fare il fotografo era un affermato pilota di Formula uno.Un incidente avvenuto al GrandPrix di Montecarlo un giorno gli cambiò la  vita.