domenica 31 agosto 2014

Matrimonio con sorpresa


                                             Grimaldi (Ventimiglia), acquarello di M. Spada

Il mattino dopo, sabato, Viane, svegliatasi, ricordò con piacere le ultime parole pronunciate da Piero la sera prima e non potè non sorridere. Si stirò per qualche istante nel bel letto, rivestito in tessuto provenzale giallo, dove aveva fatto sonni tranquilli e rigirandosi di qua e di là assaporò l'impareggiabile godimento delle croccanti lenzuola di lino che profumavano di lavanda. La luce abbagliante che giungeva da oltre le vetrate prometteva l'aprirsi di una giornata stupenda e Viane, come un allegro uccello marino che si alza nell'aria, si lasciò velocemente trasportare in un mondo di cui ancora non conosceva proprio tutto, tuttavia era certa che quel mondo era splendente di  nuova felicità. Fuori dalla camera intanto si udirono dei passi e una voce maschile,poi una femminile e delle risa.Viane pensò subito che si trattasse del personale della locanda indaffarato per le colazioni ma presto dovette ricredersi. "Sorpresa", le urlò dall'altra parte della porta una voce ben nota. "Non ci posso credere", esclamò Viane trovandosi di fronte l'amica Francesca che, accompagnata da Louis, reggeva tra le mani il bouquet di nozze appena ritirato, per conto di Piero, dal più noto stilista floreale di Montecarlo. "Tutto calcolato", aggiunse Francesca abbracciandola e baciandola ripetutamente sulla chioma castana, "Siamo arrivati così presto perchè Piero voleva che il suo bouquet ti giungesse di prima mattina insieme al biglietto che ti ha scritto . Sapeva che rientrando da Lione saremmo passati da Montecarlo e ha chiesto a noi di ritirarlo e consegnartelo,si sentiva più sicuro". Gli occhi di Viane restarono incantati di fronte a quel soffice capolavoro rinascimentale con le rose Iceberg chiuse tra foglie di banano e dove dolcezza e bellezza si fondevano tanto da strapparle alcune lacrime di gioia. Il suo cuore iniziò a battere all'impazzata quando nello stretto corridoio della stanza vide sbucare anche sua madre e suo padre. "E allora, non vuoi che all'altare ti conduca tuo papà?" Quella frase, pronunciata con affetto dall'uomo che solo da poche ore era riuscita a perdonare, le procurò quel senso di pace immensa che da tempo non provava più scoprendo il sentimento del rimpianto poichè in quell'istante le sembrò di aver sprecato troppo tempo lontano da chi le voleva bene. Quel giorno fu tutto un susseguirsi di sorprese con cesti di fiori inviati da chi non avrebbe mai immaginato e  un tam tam di messaggi e messaggini corredati di faccette commosse e sorridenti. Con il suo matrimonio Viane vide resuscitare  amici di vecchia data, pazienti, cugini e tutto quel mondo di affetti a cui teneva  o avrebbe voluto tenere e che spesso rammentava con rammarico come "fiori non colti".  Le ore antecedenti alla cerimonia passarono in fretta e alle diciassette e quindci una Lamborghini bianca, tutta bardata di candidi garofani, entrò nel cancello della riservata baia prendendo le sembianze di una carrozza coupé simile a quelle amate da Balzac. Come se stesse attraversando un giardino dipinto la sposa camminava verso l'auto con grazia esibendo sul volto un'entusiastico sorriso mentre un vento fresco la sospingeva trascinando con sè tutti i profumi della macchia circostante . Non era solo bella Viane era di più, era luminosa e la gioia  che aveva dentro la si leggeva nei suoi occhi che ora apparivano verdi come quel mare che le stava di fronte e che bonario la seguiva da lontano. Giunta davanti al piazzale della minuscola e romantica chiesetta, arroccata sul vecchio paesino di Grimaldi, Viane, stretta nel suo lungo abito bianco esaltato dalla raffinatezza di un piccolo diadema appoggiato sui lunghi capelli e appartenuto alla nonna contessa, arrivò all'altare. Il passaggio dal braccio del padre a quello di Piero avvenne con garbo e lui, tutto vestito di bianco, la guardò con un sorriso di intima soddisfazione. "Sembra di stare in un film", sussurrò Emma all'orecchio di Sofia aggiustandosi il delizioso fachinator di Chanel che le ciondolava dal capo. Nel silenzio della chiesa il rosso incendio del sole avvolgeva tutti quanti in un'ellissi d'amore.
Terminata la cerimonia Viane e Piero, finalmente marito e moglie, vennero colpiti festosamente da una pioggia di coriandoli a forma di cuore, poco dopo la festa in villa divenne lo spunto per radunare quasi l'intero piccolo paese che sotto le luci della sera prendeva le sembianze di un presepe. A mezzanotte, dopo il taglio della maestosa torta con brindisi e un bacio che prometteva amore eterno tra gli sposi,  iniziarono i fuochi e all'una un'orchestra gitana  accompagnò  col suono dei violini gli invitati fino a un veliero ancorato ai Balzi Rossi .I festeggiamenti proseguirono in un contesto dove tutto sembrava perfetto con i novelli coniugi che l'indomani sarebbero dovuti partire per la crociera di matrimonio ma....  "Sei tu Piero Borea?" Con questa domanda due uomini dall'aspetto minaccioso gli si avvicinarono fissandolo negli occhi azzurri improvvisamente atterriti. Piero, versando un bicchiere di cognac nell'acqua effervescente guardò Viane. Il cielo si stava rannuvolando e una dopo l'altra tutte le stelle parvero scomparire.

giovedì 21 agosto 2014

Il segreto di Viane

"Non volevo allontanarti da me, nè volevo tornare sui miei passi", disse Piero accompagnandola al cancello della lussuosa locanda situata in quella baia che una trentina di anni fa solo i pescatori  raggiungevano per stendere le loro reti e ripararsi in una casupola,"ho solo paura che tu un giorno possa lasciarmi". Ci fu un attimo di silenzio poi Viane, mentre lui la fissava con occhi grandi e sinceri scoprendosi sempre più affascinato dalla sua innata regalità, scoppiò in lacrime ritornando in un tempo assai lontano. "Piero ti devo parlare di una cosa", quindi arrossì come se dovesse denunciare uno scandalo misterioso e che andava taciuto,"non sono mai riuscita a parlarti di un fatto molto importante." D'un tratto ella ritornò nuovamente taciturna poi ruppe di nuovo il silenzio con una frase." Tu sai che con i miei genitori ho un rapporto distante e non so neanche se domani ci saranno al nostro matrimonio. Ti sei mai chiesto perchè?" Piero la fissò per alcuni istanti e trovandola di una bellezza fiera, come mai aveva notato, rispose: "Immagino che sia perchè avete opinioni diverse sulla vita oppure perchè sono stati troppo rigidi con te."
"Sì, anche quello,così ti ho sempre raccontato, ma c'è dell'altro. Quando avevo diciassette anni rimasi incinta, il padre del bambino era figlio del nostro mezzadro e mio padre, che allora era all'apice della carriera militare, mi disse che quel figlio non potevo tenerlo perchè avrebbe rovinato la sua immagine e il mio futuro.Io  mi impuntai per portare a termine la gravidanza decidendo che dopo il parto l'avrei dato in adozione. E così andò. Ebbi un maschio e non lo vidi neppure un secondo perchè appena nato me lo sottrassero. Del padre di mio figlio in realtà non ero innamorata, ero troppo giovane e con tanti sogni e mi faceva paura assumermi da sola la responsabilità di essere madre. In tutti questi anni ho rimosso come più ho potuto questo avvenimento ma, via via, ho odiato i miei genitori e soprattutto mio padre per non avermi sostenuta. A sublimare questa  dolorosa avventura mi aiutò solo mio nonno pittore che però è mancato subito dopo. Sai quante volte mi chiedo dov'è o cosa fa quel figlio non riconosciuto. Oggi avrebbe vent'anni". Ci fu un silenzio imbarazzante, la luna parve oscurarsi e la notte sembrò più buia di quando nel giardino di Piero insieme avevano fissato le cento stelle che la rischiaravano. Fu un lampo e Piero quasi fece per alzarsi come se sentisse nuovamente l'uso delle gambe, poi l'abbracciò e stringendola al petto pronunciò parole di buon senso che la fecero meditare. "Perdona te e i tuoi genitori, starai meglio, per me non cambia nulla. Ora ti amo ancora di più perchè so che anche per te la vita non è stata semplice, d'altronde non lo è per nessuno. Abbandoniamoci al nostro nuovo destino accettando il dolore e aprendo la strada alla gioia. Ciao amore, a domani". La lasciò così dopo aver visto sul suo volto riapparire un sorriso e lei senza di lui sentì una tale inquietudine e un  impaziente desiderio di giungere presto presto all'indomani quando l'avrebbe rivisto di nuovo e si sarebbe riunita a lui per sempre. Quella confessione aveva dato una sfumatura diversa al loro amore. Viane percorrendo il vecchio sentiero dei pescatori giunse velocemente al portoncino della locanda e da lì salì nella sua solitaria camera gialla da dove si dominava il mare e il bel giardino mediterraneo. "Con Piero," pensò," mi è capitata la felicità,mi ha sempre affascinata la sua pulizia di pensiero, è un uomo risolto, lo sposerò, non ho dubbi." Allo spegnersi della lampada, posta sul comodino, un fioco riflesso lunare si svelò nella stanza attraverso le vetrate. La quiete che era venuta sulla baia s'ingrandì intorno alla camera e lei sentì di trovarsi in un raccoglimento ispirato scoprendo la gioia del perdono verso i suoi genitori. Cullata dallo sciabordio del mare quella notte Viane volle dare un nome a quel figlio mai dimenticato: "Buona notte Matteo, tua madre domani si sposa." Si addormentò così per la prima volta di un sonno tranquillo. Era capitata su quella riviera per caso e ora il  "Caso" la stava aiutando.

mercoledì 13 agosto 2014

La villa di Piero

Viane ambiziosa e incline al bello lo è sempre stata. Le piace un certo tipo di bellezza, quella che non è sinonimo di lusso ma invece di raffinatezza, di grazia e di armonia, proprio come la villa di Piero. Osservandola dall'esterno e volgendo gli occhi a sinistra e poi a destra lei dimenticò in fretta la sua agitazione interna lasciandosi condurre in un giardino sensuale, cornice di una dimora a due piani con l'intonaco cipria punteggiato da una rosa Roxburghii dai fiori elegantissimi  e tenui come quelli di un tappeto Aubusson . Ad attendere Viane davanti alla porta d'ingresso che si apriva su un grande salone vetrato c'erano i genitori di Piero.  Nei loro occhi non si intravedeva nessuna finzione di sentimenti ma una gioia vera, come se quell'incontro ravvicinato volesse essere solo un'ulteriore conferma che la scelta del figlio era quella giusta.Il sole ancora vivo e il brillare allegro del verde rallegravano il cuore di Viane che con disinvoltura si dirigeva verso quei futuri suoceri di cui sapeva poco .  Con loro ,ovvero con Nicole e Gigi, scattò subito un' empatia non immaginata. " Benvenuta Viane", esclamò Nicole con l'eccesso di gentilezza innato dei francesi. Anche Gigi, stringendole la mano, assunse nell'immediato quell'aria di vecchio zio felice di veder tornare a casa la nipote. Entrando all'interno di questa positiva dimora insieme al profumo della natura circostante  l'attendevano altre piacevoli sorprese: quadri a non finire raffiguranti scene di vita all'aperto,  piccole sculture realizzate da Nicole, libri ovunque con il dorso in cuoio e mobili di famiglia, alcuni di valore altri meno ma ugualmente capaci di risvegliare ricordi e sensazioni .  Mentre Piero era stato messo un po' da parte Viane, presa per mano da Nicole, veniva condotta nell'antica limonaia dove il personale ingaggiato stava allestendo l'arredo per il ricevimento del giorno successivo. Anche qui tutto sembrava essere armonioso con  i tavoli rotondi da cui cascavano tovaglie di lino bianche e i fiori che si arrampicavano sulle colonne o sulla testa dei putti in pietra dislocati agli angoli della deliziosa orangerie . Tralci di vite, felci, piante di agrumi di ogni tipo facevano da sfondo a questa grande stanza così affrescata  dove nella stagione fredda venivano ricoverati limoni e cedri. Alla futura sposa tutto ciò sembrò talmente stupefacente da pensare che in quella casa avrebbe volentieri proseguito la sua vita con Piero. La sera trascorse veloce, una cena furtiva nell'immensa cucina affacciata su un orto conclusus illuminato da tante lucine solari e poi una romantica parentesi con lei e Piero abbracciati a guardare le cento stelle che erano spuntate in cielo mentre il mare in lontananza  con la sua calma invogliava alle confessioni. Fu allora che con sorpresa Piero  manifestò le sue paure, quelle forse mai pienamente espresse ma che spesso lo tormentavano: " Viane, pensaci ancora stanotte, ti stai per legare a un uomo che non potrà mai darti tutto se non il suo amore. Il mio futuro è su questa carrozzella per sempre". Si udì il verso della civetta con il solito grido che poi si fece rauco e si ingarbugliò. Nell'anima di Viane ricominciò lo sdoppiamento:"Non bisogna pensare", rispose mentre un'ombra di dolore era passata sul suo viso," ma ora riportami alla Baia Beniamin".

lunedì 4 agosto 2014

La notte prima del matrimonio

Viane giunse a Grimaldi inferiore verso sera. Vi arrivò quando il sole compie il suo spettacolo più atteso, quello che non concede repliche e, se anche fosse, non sarebbero mai uguali alla precedente. Tramonti così, come  quello che si stagliava all'orizzonte, avvengono in diverse parti del mondo ma quello che si proponeva agli occhi di Viane incredula non aveva concorrenti. C'era stato vento durante quella pigra giornata di fine luglio e lontano si intravedeva galleggiare la Corsica nel mezzo di un mare che dal blu virava verso il violetto. Qualche barca addolciva l'insieme della visione e tutto pareva uscito da un quadro impressionista con i gabbiani che assomigliavano ad aquiloni sospesi in un cielo infinito. Una brezza marina aveva trascinato a terra i profumi di alghe fosforescenti e i pesci, sfuggiti alle reti dei pescatori, sembravano mostrare un' inconsueta felicità. E' infatti un momento difficile il tramonto per tutti loro e a volte lo è anche per gli umani, pronti a quell'ora a guardarsi indietro e avanti con una certa inquietudine. Non era così per Viane che quella sera rimase incantata dal luogo dove la palla di fuoco stava per tuffarsi in un'acqua che mostrava qua e là gli ultimi bagliori dorati mentre nel cielo striato si scorgeva l'ombra di un aereoplano che spariva tra le nuvole.
Piero l'attendeva davanti al maestoso cancello della Baia Beniamin che,all'arrivo della macchina su cui viaggiava Viane insieme al loro comune amico, si apriva dolcemente rivelando un piccolo paradiso terrestre dove le  enormi agavi si susseguivano insieme a cactus,banani e bouganvilles conducendo gli sguardi increduli dei privilegiati ospiti verso una baia riservata. "Posa le valigie", le ordinò con un sorriso Piero. "Su a casa ci attendono i miei genitori. Ti riporto indietro stasera anche se già da ora vorrei tu restassi anche stanotte con me. La luna argentata qui sembra a un certo orario distendersi sul mare come fosse la sua culla e le stelle sono ancora più brillanti dei diamanti di Cartier. Vedrai, amore, ti innamorerai di questi luoghi, aspri ma pieni di energia, di colori e di fragranze che cambiano ad ogni giro d'ora". Viane salì sull'auto di Piero insieme all'amico che l'indomani sarebbe stato anche loro testimone. Sempre più stupita da ciò che, di curva in curva, le si mostrava iniziò a provare un senso di pace e leggerezza scordando dubbi e inutili paure sulla sua futura vita con l'uomo che stava per sposare. Vide davanti ai suoi occhioni verdi aprirsi quel sogno di bellezza a cui tutti aspiriamo e per un attimo pensò che dal momento in cui si sarebbe unita a Piero da quel posto non sarebbe più venuta via. Il profumo dei gelsomini e dei fichi sparsi lungo i cigli delle strade si sovrapponeva a quello dei rosmarini mentre un ronzio di cicale le dava il benvenuto. "Ecco siamo arrivati", urlò Piero festoso ancora al volante del vecchio maggiolone cabriolet  indicando una villa antica con gli scuri verde acqua e  un portale ricoperto dai rami di un caprifoglio che abbracciava con foglie e fiori color crema le gigantesche pigne di pietra poste in cima alle colonne di sostegno. "Uaoh!" esclamò Viane sistemandosi la gonna del deliziso vestitino marinière che aveva indossato durante tutto il viaggio. Lontano, oltre il cancello, si intravedeva un lungo viale di rose forgiate ad arco, quelle che il rosaista Guillot aveva piantato nell'ottocento portandole personalmente da Lione, compresa la famosa rosa gialla, la prima rosa moderna.