Grimaldi (Ventimiglia), acquarello di M. Spada
Il mattino dopo, sabato, Viane, svegliatasi, ricordò con piacere le ultime parole pronunciate da Piero la sera prima e non potè non sorridere. Si stirò per qualche istante nel bel letto, rivestito in tessuto provenzale giallo, dove aveva fatto sonni tranquilli e rigirandosi di qua e di là assaporò l'impareggiabile godimento delle croccanti lenzuola di lino che profumavano di lavanda. La luce abbagliante che giungeva da oltre le vetrate prometteva l'aprirsi di una giornata stupenda e Viane, come un allegro uccello marino che si alza nell'aria, si lasciò velocemente trasportare in un mondo di cui ancora non conosceva proprio tutto, tuttavia era certa che quel mondo era splendente di nuova felicità. Fuori dalla camera intanto si udirono dei passi e una voce maschile,poi una femminile e delle risa.Viane pensò subito che si trattasse del personale della locanda indaffarato per le colazioni ma presto dovette ricredersi. "Sorpresa", le urlò dall'altra parte della porta una voce ben nota. "Non ci posso credere", esclamò Viane trovandosi di fronte l'amica Francesca che, accompagnata da Louis, reggeva tra le mani il bouquet di nozze appena ritirato, per conto di Piero, dal più noto stilista floreale di Montecarlo. "Tutto calcolato", aggiunse Francesca abbracciandola e baciandola ripetutamente sulla chioma castana, "Siamo arrivati così presto perchè Piero voleva che il suo bouquet ti giungesse di prima mattina insieme al biglietto che ti ha scritto . Sapeva che rientrando da Lione saremmo passati da Montecarlo e ha chiesto a noi di ritirarlo e consegnartelo,si sentiva più sicuro". Gli occhi di Viane restarono incantati di fronte a quel soffice capolavoro rinascimentale con le rose Iceberg chiuse tra foglie di banano e dove dolcezza e bellezza si fondevano tanto da strapparle alcune lacrime di gioia. Il suo cuore iniziò a battere all'impazzata quando nello stretto corridoio della stanza vide sbucare anche sua madre e suo padre. "E allora, non vuoi che all'altare ti conduca tuo papà?" Quella frase, pronunciata con affetto dall'uomo che solo da poche ore era riuscita a perdonare, le procurò quel senso di pace immensa che da tempo non provava più scoprendo il sentimento del rimpianto poichè in quell'istante le sembrò di aver sprecato troppo tempo lontano da chi le voleva bene. Quel giorno fu tutto un susseguirsi di sorprese con cesti di fiori inviati da chi non avrebbe mai immaginato e un tam tam di messaggi e messaggini corredati di faccette commosse e sorridenti. Con il suo matrimonio Viane vide resuscitare amici di vecchia data, pazienti, cugini e tutto quel mondo di affetti a cui teneva o avrebbe voluto tenere e che spesso rammentava con rammarico come "fiori non colti". Le ore antecedenti alla cerimonia passarono in fretta e alle diciassette e quindci una Lamborghini bianca, tutta bardata di candidi garofani, entrò nel cancello della riservata baia prendendo le sembianze di una carrozza coupé simile a quelle amate da Balzac. Come se stesse attraversando un giardino dipinto la sposa camminava verso l'auto con grazia esibendo sul volto un'entusiastico sorriso mentre un vento fresco la sospingeva trascinando con sè tutti i profumi della macchia circostante . Non era solo bella Viane era di più, era luminosa e la gioia che aveva dentro la si leggeva nei suoi occhi che ora apparivano verdi come quel mare che le stava di fronte e che bonario la seguiva da lontano. Giunta davanti al piazzale della minuscola e romantica chiesetta, arroccata sul vecchio paesino di Grimaldi, Viane, stretta nel suo lungo abito bianco esaltato dalla raffinatezza di un piccolo diadema appoggiato sui lunghi capelli e appartenuto alla nonna contessa, arrivò all'altare. Il passaggio dal braccio del padre a quello di Piero avvenne con garbo e lui, tutto vestito di bianco, la guardò con un sorriso di intima soddisfazione. "Sembra di stare in un film", sussurrò Emma all'orecchio di Sofia aggiustandosi il delizioso fachinator di Chanel che le ciondolava dal capo. Nel silenzio della chiesa il rosso incendio del sole avvolgeva tutti quanti in un'ellissi d'amore.
Terminata la cerimonia Viane e Piero, finalmente marito e moglie, vennero colpiti festosamente da una pioggia di coriandoli a forma di cuore, poco dopo la festa in villa divenne lo spunto per radunare quasi l'intero piccolo paese che sotto le luci della sera prendeva le sembianze di un presepe. A mezzanotte, dopo il taglio della maestosa torta con brindisi e un bacio che prometteva amore eterno tra gli sposi, iniziarono i fuochi e all'una un'orchestra gitana accompagnò col suono dei violini gli invitati fino a un veliero ancorato ai Balzi Rossi .I festeggiamenti proseguirono in un contesto dove tutto sembrava perfetto con i novelli coniugi che l'indomani sarebbero dovuti partire per la crociera di matrimonio ma.... "Sei tu Piero Borea?" Con questa domanda due uomini dall'aspetto minaccioso gli si avvicinarono fissandolo negli occhi azzurri improvvisamente atterriti. Piero, versando un bicchiere di cognac nell'acqua effervescente guardò Viane. Il cielo si stava rannuvolando e una dopo l'altra tutte le stelle parvero scomparire.
Il mattino dopo, sabato, Viane, svegliatasi, ricordò con piacere le ultime parole pronunciate da Piero la sera prima e non potè non sorridere. Si stirò per qualche istante nel bel letto, rivestito in tessuto provenzale giallo, dove aveva fatto sonni tranquilli e rigirandosi di qua e di là assaporò l'impareggiabile godimento delle croccanti lenzuola di lino che profumavano di lavanda. La luce abbagliante che giungeva da oltre le vetrate prometteva l'aprirsi di una giornata stupenda e Viane, come un allegro uccello marino che si alza nell'aria, si lasciò velocemente trasportare in un mondo di cui ancora non conosceva proprio tutto, tuttavia era certa che quel mondo era splendente di nuova felicità. Fuori dalla camera intanto si udirono dei passi e una voce maschile,poi una femminile e delle risa.Viane pensò subito che si trattasse del personale della locanda indaffarato per le colazioni ma presto dovette ricredersi. "Sorpresa", le urlò dall'altra parte della porta una voce ben nota. "Non ci posso credere", esclamò Viane trovandosi di fronte l'amica Francesca che, accompagnata da Louis, reggeva tra le mani il bouquet di nozze appena ritirato, per conto di Piero, dal più noto stilista floreale di Montecarlo. "Tutto calcolato", aggiunse Francesca abbracciandola e baciandola ripetutamente sulla chioma castana, "Siamo arrivati così presto perchè Piero voleva che il suo bouquet ti giungesse di prima mattina insieme al biglietto che ti ha scritto . Sapeva che rientrando da Lione saremmo passati da Montecarlo e ha chiesto a noi di ritirarlo e consegnartelo,si sentiva più sicuro". Gli occhi di Viane restarono incantati di fronte a quel soffice capolavoro rinascimentale con le rose Iceberg chiuse tra foglie di banano e dove dolcezza e bellezza si fondevano tanto da strapparle alcune lacrime di gioia. Il suo cuore iniziò a battere all'impazzata quando nello stretto corridoio della stanza vide sbucare anche sua madre e suo padre. "E allora, non vuoi che all'altare ti conduca tuo papà?" Quella frase, pronunciata con affetto dall'uomo che solo da poche ore era riuscita a perdonare, le procurò quel senso di pace immensa che da tempo non provava più scoprendo il sentimento del rimpianto poichè in quell'istante le sembrò di aver sprecato troppo tempo lontano da chi le voleva bene. Quel giorno fu tutto un susseguirsi di sorprese con cesti di fiori inviati da chi non avrebbe mai immaginato e un tam tam di messaggi e messaggini corredati di faccette commosse e sorridenti. Con il suo matrimonio Viane vide resuscitare amici di vecchia data, pazienti, cugini e tutto quel mondo di affetti a cui teneva o avrebbe voluto tenere e che spesso rammentava con rammarico come "fiori non colti". Le ore antecedenti alla cerimonia passarono in fretta e alle diciassette e quindci una Lamborghini bianca, tutta bardata di candidi garofani, entrò nel cancello della riservata baia prendendo le sembianze di una carrozza coupé simile a quelle amate da Balzac. Come se stesse attraversando un giardino dipinto la sposa camminava verso l'auto con grazia esibendo sul volto un'entusiastico sorriso mentre un vento fresco la sospingeva trascinando con sè tutti i profumi della macchia circostante . Non era solo bella Viane era di più, era luminosa e la gioia che aveva dentro la si leggeva nei suoi occhi che ora apparivano verdi come quel mare che le stava di fronte e che bonario la seguiva da lontano. Giunta davanti al piazzale della minuscola e romantica chiesetta, arroccata sul vecchio paesino di Grimaldi, Viane, stretta nel suo lungo abito bianco esaltato dalla raffinatezza di un piccolo diadema appoggiato sui lunghi capelli e appartenuto alla nonna contessa, arrivò all'altare. Il passaggio dal braccio del padre a quello di Piero avvenne con garbo e lui, tutto vestito di bianco, la guardò con un sorriso di intima soddisfazione. "Sembra di stare in un film", sussurrò Emma all'orecchio di Sofia aggiustandosi il delizioso fachinator di Chanel che le ciondolava dal capo. Nel silenzio della chiesa il rosso incendio del sole avvolgeva tutti quanti in un'ellissi d'amore.
Terminata la cerimonia Viane e Piero, finalmente marito e moglie, vennero colpiti festosamente da una pioggia di coriandoli a forma di cuore, poco dopo la festa in villa divenne lo spunto per radunare quasi l'intero piccolo paese che sotto le luci della sera prendeva le sembianze di un presepe. A mezzanotte, dopo il taglio della maestosa torta con brindisi e un bacio che prometteva amore eterno tra gli sposi, iniziarono i fuochi e all'una un'orchestra gitana accompagnò col suono dei violini gli invitati fino a un veliero ancorato ai Balzi Rossi .I festeggiamenti proseguirono in un contesto dove tutto sembrava perfetto con i novelli coniugi che l'indomani sarebbero dovuti partire per la crociera di matrimonio ma.... "Sei tu Piero Borea?" Con questa domanda due uomini dall'aspetto minaccioso gli si avvicinarono fissandolo negli occhi azzurri improvvisamente atterriti. Piero, versando un bicchiere di cognac nell'acqua effervescente guardò Viane. Il cielo si stava rannuvolando e una dopo l'altra tutte le stelle parvero scomparire.