Acquerello su carta di M.Spada
Anche Brando e Viane si strinsero per mano e con quello stupore infantile
che non conoscevano da tempo seguirono l'ascesa al cielo di quei due innamorati
di cui forse non avrebbero più saputo
nulla. Con occhi vergini, simili a quelli dei bambini , li osservarono
attendendo che sparissero dentro una stella senza nome e che loro con orgoglio
battezzarono Amour numero 1. "Ciao William è stato bello conoscerti
", urlo’ Brando senza staccare lo sguardo da quella scia luminosa
rilasciata dall'elevarsi dei due amanti. "Addio Peirina , non abbandonarci
! Siate felici", disse con voce accorata Viane provando un'improvvisa
sensazione di smarrimento quasi avesse perso gli spiriti guida di quella
vicenda ancora senza fine. "Ci mancheranno", soggiunse Viane guardando
dritto nelle pupille sognanti Brando," cosi’ come ci mancherà anche
Isotta". " Ma perchè, vorresti farmi credere che la nostra impresa è
giunta al termine?", chiese preoccupato Brando aggiungendo con un tono da
guerriero trionfante: "Pensi che finalmente abbiamo riscattato la
reputazione di quelle donne erroneamente accusate di stregoneria?".
"Non lo so", ribadi’ Viane con aria investigatrice, "non abbiamo
ancora tra le mani il seme leggendario di cui parlava Isotta e che dovrebbe
addirittura salvare il mondo". Resto’ muta per qualche istante poi,
sollevando con la mano un ciuffo della sua lucida chioma che le accarezzava la
fronte fino a ricadere lungo la gota rosata, torno’ verso il dipinto e si mise
in sua contemplazione. I suoi occhi apparivano quasi ipnotizzati, rapiti in una
sorta di estasi, si avvicinava al quadro ma poi con uno scatto vi si
allontanava, un passo avanti e due indietro, uno a sinistra e uno a destra.
Brando osservava esterefatto quel minuetto eseguito con la leggerezza di una
ballerina tuttavia non osava porre altre
domande a Viane temendo di interrompere quella curiosa magia che si stava per
compiere.Passarono pochi istanti e mentre lui cercava di reprimere anche il
respiro temendo che la sua presenza interferisse con quello che era li’ per
accadere una figura femminile del dipinto,muovendo prima gli occhi e poi le
labbra, fece cenno a Viane di avvicinarsi. "Mi chiamo Samira ", inizio’
a sussurrare aprendosi in un rassicurante sorriso dietro il quale si intravedeva
una dentatura bianchissima resa ancora più splendente dall'incarnato scuro del
suo volto, " non abbiate paura sono qui per aiutarvi ma prima vi devo
narrare la mia storia. Giunsi a Triora nel 1587 per sfuggire dall'Etiopia dove
era in corso una grave carestia e qui, in questo luogo fantastico, mi ci porto’
in parte mia madre, salendo su una nave clandestina, dopo avermi nascosta dentro una cesta a tamburo
che portava con disinvoltura sulla testa. Avevo pochi mesi e so poco di lei poichè
durante la traversata mori’ tuttavia, fortuna volle, che prima di andarsene
accanto a lei ci fosse il capitano della nave, un uomo dal cuore grande di nome
Libero. A Libero, che quando non viaggiava per mare viveva a Triora, mia madre
chiese di allevarmi e aprendogli la
grande ruvida mano che reggeva la sua
sempre più tremolante gli mise in mano un sacchettino pieno di semi.
"Sono la dote di Samira" gli spiego’ rivelandogli il mio nome. Con
questi puoi diventare ricco anche tu o l'uomo che sposerà questa mia creatura. Piantali nella valle dove
vive la tua famiglia e ti accorgerai del loro prodigioso mutamento." Viane
la ascoltava incredula mentre Brando le si avvicinava incoraggiandola a porre
alla gentil donna una domanda che gli stava ronzando nella mente fino a farlo
sobbalzare, come se ad un tratto avesse trovato il filo di Arianna che li
avrebbe condotti a trovare il senso della loro avventura. Uscendo dal suo
silenzio il ragazzo si porto’ al fianco di Viane e avvicinandosi al suo
orecchio, al cui lobo brillava uno zaffiro a forma di stella, le suggeri': "Chiedile se il seme che ha fatto
tremare i proprietari terrieri di questa valle giungeva dall'Africa".
" Fu proprio cosi’", rispose Samira, " Brando, non temere, le
mie parole sono anche per te. Io sento tutto e vedo tutto . Non dimenticare che
questo è un luogo magico. Sei un poeta e mi piaci proprio per questo d'altronde
la storia che sto per narrarvi è solo per chi ha le orecchie dei poeti." (continua)