martedì 28 ottobre 2014

Alla ricerca di Viane

                                         La casa nel bosco, acquarello su carta di M.Spada

Cari lettori intanto che a Grimaldi si svolgono le indagini per scoprire che fine abbia fatto Viane vi riporto per qualche istante nella vita reale, ovvero nella Milano sorridente con i suoi bar alla moda dove si spezzano le giornate con un cafferino, come succede in via Filodrammatici 2 da IL Marchesino.   Le vetrine della metropoli sono già pronte per il Natale che non c'è e i suoi trend sono sempre più spinti . A proposito, parlando nuovamente di moda, la città per questo autunno- inverno sembra spezzarsi in due: in una zona è glamour non portare calze, in un' altra spopola il calzino . Va da sè che si siano creati quasi due partiti con donne che non la pensano allo stesso modo: quello della gamba nuda e quello del calzino. All'Isola, dove le tendenze sprizzano da ogni parte, la milanese chic, appena uscita dall' hair stylist Franco Curletto, passeggia a gambe nude e cappottino patchwork con inserti in visone e Swarovski di Dsquared2 , sui navigli la milanese doc corre trafelata in bicicletta  sfoggiando un artistico calzino. Due mode, due misure. L'una per chi non prova nostalgie e quando si nomina lo Smeraldo pensa a una pietra preziosa, ama i grattacieli e la città che cambia , l'altra per chi non vuole dimenticare e avvolta in uno scialle Acne Studios e calzini firmati Gallo o Missoni pedala in direzione Ripa Ticinese e specchiandosi nelle acque verdi del Naviglio pensa :"Qui sì che siamo a Milano". Poi passando sotto le finestre che furono di Alda Merini la rivede per un attimo ancora lì. Lei sarebbe stata  del partito del calzino firmato OVS , i creativi lo comprano qui.

Dall'istante in cui Piero inutilmente rispose al trillo del suo cellulare il tempo prese a scorrere con estrema lentezza. Fu dunque dopo l'ultimo segnale a vuoto che, accompagnato da Mariarosa, decise di recarsi dai carabinieri. Era confuso ,ora pensava che la vita senza la sua Viane non avesse più niente da dirgli, ricordava quando la notte precedente all'attuale sciagura lei si era chinata su di lui e la camicia da notte le si era aperta sul petto mostrando i suoi seni piccoli come quelli di una ragazzina . Ripassò anche il loro primo incontro fermando la telecamera del suo pensiero a quando le sue dita  si incastrarono in quelle di lei finchè poi si baciarono, divagava tra questi ricordi e altri ancora più intimi.  Mentre con la macchina, guidata da Mariarosa, stavano per giungere al comando di polizia sul suo cellulare arrivò un'altra chiamata, quindi nuovamente il silenzio.
Viane, intanto, era giunta in un luogo misterioso ma contrariamente a quanto aveva fatto intendere a Piero nell'unica telefonata che le avevano concesso di fare non era così terrorizzata come aveva mostrato di essere con quelle urla e quelle poche parole che la banda di rapitori le aveva suggerito di pronunciare. Bendata, ma trattata con un vago rispetto, dopo alcune soste misteriose era stata condotta con la macchina  in un posto per lei indecifrabile, forse non tanto distante da Grimaldi, ma sicuramente nascosto ad occhi indiscreti. I profumi e i rumori che le giungevano erano quelli del bosco dove dalla terra umida sbocciavano ellebori e ciclamini e  qualche scoiattolo di passaggio aveva fatto cadere un castello di foglie secche. Quel posto a Viane apparve familiare, forse per via di un vento di tramontana pronto a ricordarle il cielo delle sue più intime fantasie quando schiarisce all'infinito. "Viane, non abbiamo intenzione di farti del male", le aveva detto uno dei suoi rapitori togliendole la benda dai suoi splendidi occhi verdi. "E allora perchè sono qui?", aveva risposto lei frattanto che un ragazzo incappucciato, che dalla voce poteva avere circa diciotto anni e non di più, le porgeva una tazza di caffè caldo  preso da un vecchio thermos. " Starai qui per poco se tuo marito farà ciò che gli è stato richiesto". Unicamente queste parole e poi Viane si trovò per tutto il resto della giornata sola con se stessa in quello che forse un tempo era stato un essicatoio per castagne e che ora appariva come un deposito per attrezzi . In questa sua solitudine dedusse di trovarsi tra i monti, in un luogo dove forse neppure i carabinieri avrebbero mai potuto rintracciarla e tanto meno Piero che iniziò a mancarle provando dentro di sè un grande strappo, come se il nodo di una vela fosse stato di colpo lacerato. "Cosa  sta succedendo?", iniziò a domandarsi immaginando baleni di romanzi , "Cosa vuole la vita da me ?".Fu così che dietro a queste fantasie cominciò a trovarsi a tu per tu con quella parte di lei che fino a poco tempo prima era stata soffocata da un tran tran basato più sull'apparire che sull'essere. Era come se all'improvviso si ponesse interrogativi ai quali in passato  aveva cercato di non avere il tempo per rispondere ed ora in quel tu per tu con se stessa le si riproponevano  attendendo una sua risposta alla quale ora non poteva più sfuggire.  Intanto il ragazzo, messo lì di guardia fuori dalla porta, ogni tanto entrava un po' per scaldarsi un po' per osservarla quasi pentito della sua bravata. "Perchè ti sei  prestato a questo mio rapimento? ", gli domandò Viane,"Per soldi", rispose lui , "Ne ho bisogno. Mi piace andare al bar con gli amici , avere la moto e se non hai denaro non puoi fare nulla. Nessuno ti dà retta, le ragazze non ti guardano e tu resti solo, invece con i soldi hai tanti amici e tante ragazze". "Sei sicuro che la vita va così?", replicò Viane. "Certo che sono sicuro", concluse in tutta fretta lui  con voce arrogante. "Basta ora stai zitta", riprese a dire sfidandola con gli occhi aggressivi ma  intrisi anche di amarezza e confusione, "e, poi se lo vuoi sapere scrivo poesie, ma questo non lo deve sapere nessuno altrimenti mi prendono per matto come dice mia madre. Dopo il mare e le mie scorribande è la lettura che mi piace più di tutto, ma anche questo non lo deve sapere nessuno". Qualcosa gli pizzicò forse il naso e poi la gola e mentre Viane lo fissava cominciò a balbettare incrinando la voce come in un pianto.
A lei e a quel giovane pareva aprirsi una vita diversa da quella che  era stata durante l'estate, sembravano dirlo anche gli uccelli, ne parlavano striduli anche gli scoiattoli e perfino la brezza fuori lo sussurrava.
(continua)                                                            

      

giovedì 16 ottobre 2014

La sfida

                                        C'era una volta, acquarello su carta di M. Spada

Passavano i secondi, i minuti e poi le ore ma di Viane si sentiva solo quel suo profumo borotalcato e quasi infantile rimasto imprigionato nella storia di quel vecchio scialle  color perla appartenuto a sua nonna e che ora si trovava tra le mani di Piero. "Dove sei? Dove sei ?, lui gridava fino a farsi mancare il fiato e non arrivando nessuna risposta riprendeva ad annusare, come un cane addestrato, quel triangolo di lana e seta lavorato all'uncinetto in cui Viane cercava conforto e protezione poichè le era stato donato col cuore da chi l'amava e la considerava un prolungamento di sè al punto da affidarle quanto simbolicamente aveva di più prezioso. Si stava già preparando l'aurora con la vittoria della luce sulle tenebre e Piero  non riusciva a capire quale fosse il motivo di quell'assenza ingiustificata della moglie, finchè dall'ansia passò alla rabbia con nel cuore il rimpianto di non essere andato quella sera immediatamente in camera con lei. Ciò che stava accadendo a tratti gli appariva solo come un brutto sogno mentre quella era pura realtà . Era come se improvvisamente avesse capito cosa fosse il vero dolore tanto da indurlo a pensare che tutto quello che la vita fino a quel momento gli aveva riservato fosse solo una festa. Il dolore che ora provava gli pareva più grande e terribile della sua menomazione scoprendosi debole al punto tale di piangere. Si spostava con la carrozzina di qua e di là come una mosca impazzita, entrava in casa e poi usciva in giardino perlustrandone tutti gli angoli compresa la fontana e un pozzetto chiuso provvisoriamente solo da un coperchio di cemento. Intorno tutto appariva privo di segnali sospetti e l'ipotesi che Viane fosse ancora nella villa svaniva sempre di più lasciando invece immaginare che sicuramente non era più lì. Intorno c'era solo silenzio, il villaggio era muto e così anche i suoi campi,solo qualche rana ogni tanto rispondeva ai suoi continui richiami e al tono supplichevole di quel nome invano invocato. "Torna, torna Viane", continuava a ripetere ma di lei neppure l'ombra finchè ,fissando il cielo, ebbe come  un capogiro e l'idea confusa di dover accorrere in qualche luogo per impedire non so quale disgrazia. Piero era un uomo forte ma tutt'altro che freddo e ragionatore, soprattutto nei sentimenti, tanto da non pensare mai e poi mai che Viane l'avesse sposato  per un tornaconto e quindi che se ne fosse fuggita con chissà chi a nozze avvenute. Scartando immediatamente anche questo brutto pensiero, che solo per una frazione di secondo gli era balenato per la testa come se un diavolo glielo avesse suggerito,  diresse di scatto le ruote della carrozzina  verso  il maestoso cancello  cercando di raggiungerlo il più in fretta possibile  chiedendo a quel suo mezzo ingrato di fare in fretta il suo dovere come se lui fosse un cavaliere e quello fosse il suo cavallo nel quale era riposto il proprio destino. All'improvviso una gioia stupita gli illuminò il volto ma solo per un attimo poichè l'ombra che stava per scorgere al di là del portale  non era quella della sua donna  ma quella di Mariarosa la governante di famiglia che abitava poco lontano e che aveva sentito le sue urla.  "Che succede, Piero?", aveva esclamato lei spaventata mentre lui la faceva entrare. "Viane, Viane, è sparita, non c'è più." Mentre con lei tornava in casa e le descriveva la dinamica della serata squillò il cellulare dall'altra parte la voce di Viane: "Piero fai quello che ti dicono, ti prego non mi lasciare sola". La voce venne interrotta prima da un urlo e poi dal rumore di un vento lontano come se Viane parlasse da chissà dove quindi il silenzio e di nuovo il Nokia muto come se si fosse di colpo scaricato."L'hanno rapita, l'hanno rapita ", ripetè Piero più volte guardando Mariarosa a sua volta esterefatta. "E cosa accadrà adesso?", disse rivolgendosi verso lo specchio che aveva di fronte e che ora gli sembrava stregato come tutto il resto della casa poichè certe cose a suo avviso succedevano solo nelle favole e nella vita vera unicamente a persone che non avevano niente a che vedere con lui. Pensava questo ma mentre faceva scricchiolare le nocche delle dita giunse di colpo ad una conclusione. "Ma sì, come non ci sono arrivato prima,è stato lui, quel mascalzone". Chi fosse il mascalzone era chiaro a lui ma non a Mariarosa che lo guardava inerme e priva di parole. Piero pallido e tremante aggrottò le sopracciglia fino a far venire fuori le rughe del pensiero, che nei momenti di maggior preoccupazione lo facevano apparire più vecchio di quello che era, quindi pronunciò un nome: "Greco, l'ha rapita Greco, ne sono certo ed ora bisogna informare la polizia." Era ormai quasi mattina e fuori in giardino da una vecchia voliera di ferro, che appesa a un limone sembrava un ricamo sospeso nell'aria, arrivò  con il cinguettio di una capinera il buongiorno e nella semi oscurità glauca del soggiorno il telefono ricominciò a squillare.
(continua)

giovedì 9 ottobre 2014

La scomparsa di Viane

                                        Dal frutteto in tavola, olio su tela di Maurizio Spada

Cari lettori prima di portarvi nuovamente nell'avventurosa vita di Viane e raccontarvi  cosa successe quella notte di luna piena a Grimaldi, nella intima villa di Piero, vi aggiorno su un' altra tendenza moda adottata dalle sempre più eleganti signore milanesi perchè, ormai non c'è dubbio,è un certo mood meneghino a fare da apripista a tutte le tendenze rubando il podio perfino a Londra, Parigi e New York.  Va da sè che parlando di scarpe e del mondo femminile, che si divide tra quelle delle pump e quelle delle derby, lei, la milanese, per l'autunno-inverno 2014-2015 abbia scelto quest'ultime  procedendo in direzione libertà estetica e di pensiero . In realtà questa dinamica ed eclettica donna, sempre più impegnata in svariati ruoli e sempre al "passo" con i tempi,  ha rispolverato un vento antico e mettendo da parte il tacco 12 e pure quello a vite è andata a caccia anche di neo creepers immaginando di assumere quell'aria radical chic tanto di moda nei mitici anni '80 . La derby di Marni o quella di Jil Sander sono comunque le sue preferite, oltre a quella con frangette di Michael Kors e di Valentino. Ma il suo shopping d'autunno non finisce qui e tra i suoi nuovi acquisti ci ha infilato anche una comoda Pas de rouge da 3 cm, un mocassino Gucci color limone, una ballerina a punta N.21,  la classica Brera di Fratelli Rossetti, una sneakers Chanel e una di Adidas Originals, perchè l'importante per questa algida manager è camminanare con eleganza ad ogni ora ma senza ostentazione. Dopo tutto il mondo si può dirigere anche dal basso, un po' corrrendo e un po' frenando, come fanno certe persone di successo di mia conoscenza: Ada Lucia De Cesaris vicesindaco di Milano, Luisella Berrino conduttrice radiofonica  di Radio Montecarlo, Maria  Grazia Mazzitelli direttore editoriale di Salani, Elena Pontiggia storica dell'arte. Loro già da tempo sono dalla parte delle derby e pure delle creepers. Si può fare molta strada anche senza la scultura lignea di un tacco 12.

Dopo il colloquio con Greco la vita di Viane e Piero aveva preso altre sfumature. Era come se, d'un tratto, avessero scoperto una nuova religione forse già insita in loro ma che attendeva un seme per germogliare ed esplodere in tutta la sua potenza divenendo fonte di ricchezza per sè e per gli altri. Questo nuovo loro essere, con la natura al centro, li aveva resi più liberi e meno dipendenti da tutti quei beni materiali a cui, fino a poco tempo prima, avevano affidato  la loro felicità. "Uniti si vince", avevano affermato in faccia a Greco dopo aver suonato ancora una volta il pulsante di corno nero del campanello del suo ufficio da cui erano da poco usciti e averlo visto ricomparire. "Ci avete ripensato?", aveva esclamato lui aprendo la porta su cui ancora passeggiava il solito geco. "No, Greco, ci eravamo solo dimenticati di comunicarti che abbiamo intenzione di formare un nuovo comitato a favore di tutela  del paesaggio della zona che va da Ventimiglia a Grimaldi", si affrettò a rispondere Piero. Quel tratto ecologico venuto a galla negli animi dei novelli sposi in risposta alla prepotenza di un affermato speculatore aveva sorpreso perfino loro stessi. Piero, che nella sua testa aveva sempre avuto soprattutto motori, si ritrovò a documentarsi con tutto ciò che poteva ricondurlo alla natura del luogo, Viane che aveva sempre badato solo all'estetica del corpo incominciò ad avere in testa solo la difesa dei suoi amici alberi per i quali rispolverava la sua antica ammirazione dividendoli per carattere, portamento ed energia. "Sto abbracciando un albero", aveva detto parlando al telefono con Emma rientrata a Milano con Francesca, "e voi che fate?". "Siamo in una cioccolateria di via Clerici, Sofia invece è ancora a Latte. Ha cominciato a scrivere un romanzo d'avventura per superare la sua crisi. Ormai la casa editrice per cui lavorava ha quasi chiuso ", aveva risposto lei , "ma quando tornate a Milano tu e Piero? ". Dall'altra parte per un qualche istante ci fu il silenzio poi, accompagnata da un sospiro, arrivò la risposta di Viane "Credo mai ,stiamo bene qui , almeno per ora. Sento di nuovo il vento sulla pelle, il profumo dei fiori e il canto degli uccelli. Non ho più la bramosia della città e delle sue vetrine. ""Stai scherzando vero?", replicò dall'altra parte Francesca che intanto aveva preso il sopravvento nella conversazione. Seguì un no categorico e quella complicità che aveva sempre tenuto insieme il quartetto di amiche sembrò improvvisamente sfaldarsi allorchè Francesca esordì raccontando il suo ultimo acquisto: "Ho trovato delle stupende pump rosa in saldo in un negozio di via Solferino ,le vuoi anche tu ? ". Seguì un altro no ancora più gelido del primo mentre Viane quasi in segno di una conquistata libertà spiegava che finalmente poteva circolare anche a piedi scalzi. Cosa provasse in questo momento della sua vita e quale disegno segreto avesse nel cuore Viane alla sera lo spiegò a Piero che nel frattempo aveva preparato una cenetta intima a base di alghe e pesce apparecchiando il tavolo di pietra posto in giardino sotto una galleria di roselline rampicanti. " Perchè non ci trasferiamo definitivamente qui?", iniziò a mormorare Viane con il suo sorriso luminoso e pieno di tenerezza e gli occhi ardenti e brillanti, " da ragazza ho frequentato la scuola steineriana e ho appreso anche alcune teorie di agricoltura naturale , questo è il luogo ideale per metterle finalmente in pratica". Piero la guardò estasiato, non era mai stata così bella e attraente e mentre lei proseguiva spiegando i quattro principi dell'agricoltura naturale, quali il non lavorare il terreno, il non diserbare, il non  usare concimi e neppure pesticidi, lui pensò fra sè e sè che la donna che aveva scelto era proprio speciale e subito accondiscese alla sua richiesta che andava di pari passo con i suoi desideri. La serata si concluse verso mezzanotte con Viane che precedette il suo amato sposo  in camera da letto e Piero che restò ancora nel soggiorno ad ascoltare un po' di musica jazz. In quella grande stanza prima di coricarsi amava indugiare senza che nessuno, neppure lui, sapesse perchè. Forse per via di quelle fiammeggianti oleografie che erano appese ai muri o forse per quei profumi che alla notte entravano prepotentemente  dal giardino rilasciando sentori di lavanda e rosmarino. In quell'atmosfera fuori dal tempo Piero si ritrovava e, contrariamente a quando con tristezza, mista a rabbia, rimpiangeva il tempo in cui aveva ancora l'uso delle gambe, riusciva ad essere sereno pensando che ora la vita gli stava dando altri doni. Era quasi l'una e la luce della luna penetrando dalla grande vetrata illuminava l'intera stanza conferendo anche agli oggetti più banali un aspetto interessante.  Tuttavia  improvvisamente provò un'immotivata inquietudine e pilotò la carrozzina verso la stanza da letto, mosse il pomolo d'avorio nel solito senso orario ma la porta non si aprì, ci riprovò ancora mentre un atroce presentimento lo indusse a pensare a una disgrazia. Iniziò a chiamare Viane e dopo che con un pugno l'uscio si schiuse venne preso da un senso di disperazione. Il letto era intatto , la porta finestra che si affacciava sul giardino era spalancata, la caraffa di cristallo per l'acqua della notte era piena,le preghierine kilim  scendiletto erano appoggiate in ordine sul pavimento di vecchio legno a fianco dei comodini . I suoi grandi occhi azzurri smarriti iniziarono a cercare Viane in ogni angolo della casa e poi del giardino ma senza alcun riscontro. "Viane, Viane ", urlava dirigendo la carrozzina lungo i vialetti che circondavano la villa. Il silenzio che regnava intorno a quella dimora tanto amata stava divenendo sempre più insopportabile e memtre al richiamo di quel nome nessuno rispondeva  su un cespuglio di rose gialle brillò lo scialle da sera di  Viane da cui lei non si separava mai.