lunedì 15 settembre 2014

Il geco

   
                                            Yacht all'ancora, acquarello di M. Spada

I più giovani scherzavano fra di loro e le gonne di seta delle donne svolazzavano al vento che fiero si alzava dal mare; ad un tratto ci fu un tramestio di voci accorate e Viane divenne pallida, sembrava svenisse, ma poi facendosi aria con le fruscianti pieghe del morbido abito tutto passò. Il ricatto di quei due malviventi, pronti a dar fuoco agli ulivi centenari di Piero se non avesse aderito ai voleri di Greco, aveva riacceso in Viane vecchi traumatizzanti ricordi, riportandola al giorno in cui un incendio doloso nella tenuta di campagna dei nonni, a Robecco sul Naviglio, si portò via anche la quercia che aveva tenuto a battesimo durante la Festa degli alberi. Intanto la notizia dei due intrusi che avevano minacciato Piero si sparse in breve tra gli invitati esterefatti facendolo divenire oggetto di grande curiosità. Il matrimonio con Viane, da tutti ammirata per la sua regale bellezza, sembrava essere già stato fonte di trasformazione e quel Piero, che i presenti conoscevano da tempo, ora appariva come trasfigurato: più sicuro, più deciso, non più solo il giovanotto ricco, bello e allo stesso tempo sfortunato ma l'uomo di campagna aristocratico che vuole salvare la sua terra e i suoi compaesani. In quella doccia di lodi che gli piombava addosso da ogni dove l'affascinante sposo iniziò a sguazzare e a sentire un richiamo verso un impegno nobile e sociale. Con la sua gente parlava in dialetto, scherzava promettendo di salvare mare e monti e, forse, tutto il Ponente. L'ombra di quel bau-bau di Greco che assoldando due poco di buono voleva far gioco con lui per costruire case e villette là dove crescevano ginestre, elicrisi e danzavano farfalle si allontanava innescando un nuovo progetto di vita. Era quasi l'alba e i novelli sposi, dopo aver salutato parenti, amici e compaesani, tornarono nella felice villa di Grimaldi. Ad accoglierli le prime luci flebili del giorno che rischiaravano il viale principale del giardino da dove si udiva la dolce pioggia degli zampilli che, dalla bocca di un antico putto, ricadevano in una fontanella. Lo yacht che il giorno seguente li avrebbe dovuti portare in crociera  per il Mediterraneo, insieme a Emma,Francesca e Sofia, restò fermo a galleggiare sul mare limpido attendendoli invano: il viaggio di nozze per ora poteva aspettare. Questa decisione, condivisa da Piero e Viane  nel lusso di una stanza da letto con un cielo affrescato, stava per aprire ad entrambi un nuovo sguardo sul loro futuro. "Il Ponente ligure parla al cuore", disse Viane al mattino aprendo gli occhi". Era bellissima e, mentre in lontananza si udiva il fragore del mare, al marito apparve ancora più bella da come mai l'avesse intravista nei suoi sogni. "Trascorreremo l'estate qui ", aggiunse lei sommergendolo con lo spumeggiante profumo di un eau de toilette dalle note fiorite che si era appena spruzzata,"voglio capire se è giunta l'ora di cambiare vita e professione, sento il bisogno di riavvicinarmi alla natura. Salvare le tue terre dalle mani di chi le vuole oltraggiare sarà fonte di gioia per chi un giorno si troverà ad ammirare questi luoghi. Avevo diciotto anni quando mi hanno bruciato l'albero che amavo tanto, eravamo come due fratelli cresciuti insieme , lui era il saggio mentre io ero quella con poco giudizio. Per me è come se adesso fosse giunto il momento del suo riscatto." Piero l'ascoltava in silenzio e osservando gli occhi di Viane che nel ricordo di quell'evento erano divenuti malinconici sentì che anche per lui qualcosa dentro stava cambiando. "Non ci crederai", disse quasi stranito dalla coincidenza di quel fatto appena raccontato dalla sua amata, "ma anch'io debbo riscattare un albero. Era un ulivo maestoso piantato dai miei il giorno in cui sono nato e doveva essere il primo di un'intera piantagione purtroppo quando quella terra su cui aveva messo radici passò per questioni ereditarie nelle mani di mio zio venne abbattuto. Insieme a lui  se ne andò la mia infanzia". Quella mattina il cielo era sgombro di nuvole e Piero, aprendo la finestra della stanza da letto dove ancora indugiavano scambiandosi baci e carezze, colse per la prima volta un paesaggio che ostentava tutte le proprie bellezze: il mare sullo sfondo era una macchia di un blu profondo. "Andiamo adesso da quel Greco a Ventimiglia, è lui che presto avrà paura di me, anzi di noi", affermò deciso. Ci arrivarono  verso mezzogiorno, la facciata della casa del corrotto impresario tuttofare assomigliava a lui , trascurata e insignificante. Un geco appostato al sole sopra il portone d'ingresso li guardava e a Piero apparve come il simbolo della Liguria da salvaguardare.              
                                 

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