Dal frutteto in tavola, olio su tela di Maurizio Spada
Cari lettori prima di portarvi nuovamente nell'avventurosa vita di Viane e raccontarvi cosa successe quella notte di luna piena a Grimaldi, nella intima villa di Piero, vi aggiorno su un' altra tendenza moda adottata dalle sempre più eleganti signore milanesi perchè, ormai non c'è dubbio,è un certo mood meneghino a fare da apripista a tutte le tendenze rubando il podio perfino a Londra, Parigi e New York. Va da sè che parlando di scarpe e del mondo femminile, che si divide tra quelle delle pump e quelle delle derby, lei, la milanese, per l'autunno-inverno 2014-2015 abbia scelto quest'ultime procedendo in direzione libertà estetica e di pensiero . In realtà questa dinamica ed eclettica donna, sempre più impegnata in svariati ruoli e sempre al "passo" con i tempi, ha rispolverato un vento antico e mettendo da parte il tacco 12 e pure quello a vite è andata a caccia anche di neo creepers immaginando di assumere quell'aria radical chic tanto di moda nei mitici anni '80 . La derby di Marni o quella di Jil Sander sono comunque le sue preferite, oltre a quella con frangette di Michael Kors e di Valentino. Ma il suo shopping d'autunno non finisce qui e tra i suoi nuovi acquisti ci ha infilato anche una comoda Pas de rouge da 3 cm, un mocassino Gucci color limone, una ballerina a punta N.21, la classica Brera di Fratelli Rossetti, una sneakers Chanel e una di Adidas Originals, perchè l'importante per questa algida manager è camminanare con eleganza ad ogni ora ma senza ostentazione. Dopo tutto il mondo si può dirigere anche dal basso, un po' corrrendo e un po' frenando, come fanno certe persone di successo di mia conoscenza: Ada Lucia De Cesaris vicesindaco di Milano, Luisella Berrino conduttrice radiofonica di Radio Montecarlo, Maria Grazia Mazzitelli direttore editoriale di Salani, Elena Pontiggia storica dell'arte. Loro già da tempo sono dalla parte delle derby e pure delle creepers. Si può fare molta strada anche senza la scultura lignea di un tacco 12.
Dopo il colloquio con Greco la vita di Viane e Piero aveva preso altre sfumature. Era come se, d'un tratto, avessero scoperto una nuova religione forse già insita in loro ma che attendeva un seme per germogliare ed esplodere in tutta la sua potenza divenendo fonte di ricchezza per sè e per gli altri. Questo nuovo loro essere, con la natura al centro, li aveva resi più liberi e meno dipendenti da tutti quei beni materiali a cui, fino a poco tempo prima, avevano affidato la loro felicità. "Uniti si vince", avevano affermato in faccia a Greco dopo aver suonato ancora una volta il pulsante di corno nero del campanello del suo ufficio da cui erano da poco usciti e averlo visto ricomparire. "Ci avete ripensato?", aveva esclamato lui aprendo la porta su cui ancora passeggiava il solito geco. "No, Greco, ci eravamo solo dimenticati di comunicarti che abbiamo intenzione di formare un nuovo comitato a favore di tutela del paesaggio della zona che va da Ventimiglia a Grimaldi", si affrettò a rispondere Piero. Quel tratto ecologico venuto a galla negli animi dei novelli sposi in risposta alla prepotenza di un affermato speculatore aveva sorpreso perfino loro stessi. Piero, che nella sua testa aveva sempre avuto soprattutto motori, si ritrovò a documentarsi con tutto ciò che poteva ricondurlo alla natura del luogo, Viane che aveva sempre badato solo all'estetica del corpo incominciò ad avere in testa solo la difesa dei suoi amici alberi per i quali rispolverava la sua antica ammirazione dividendoli per carattere, portamento ed energia. "Sto abbracciando un albero", aveva detto parlando al telefono con Emma rientrata a Milano con Francesca, "e voi che fate?". "Siamo in una cioccolateria di via Clerici, Sofia invece è ancora a Latte. Ha cominciato a scrivere un romanzo d'avventura per superare la sua crisi. Ormai la casa editrice per cui lavorava ha quasi chiuso ", aveva risposto lei , "ma quando tornate a Milano tu e Piero? ". Dall'altra parte per un qualche istante ci fu il silenzio poi, accompagnata da un sospiro, arrivò la risposta di Viane "Credo mai ,stiamo bene qui , almeno per ora. Sento di nuovo il vento sulla pelle, il profumo dei fiori e il canto degli uccelli. Non ho più la bramosia della città e delle sue vetrine. ""Stai scherzando vero?", replicò dall'altra parte Francesca che intanto aveva preso il sopravvento nella conversazione. Seguì un no categorico e quella complicità che aveva sempre tenuto insieme il quartetto di amiche sembrò improvvisamente sfaldarsi allorchè Francesca esordì raccontando il suo ultimo acquisto: "Ho trovato delle stupende pump rosa in saldo in un negozio di via Solferino ,le vuoi anche tu ? ". Seguì un altro no ancora più gelido del primo mentre Viane quasi in segno di una conquistata libertà spiegava che finalmente poteva circolare anche a piedi scalzi. Cosa provasse in questo momento della sua vita e quale disegno segreto avesse nel cuore Viane alla sera lo spiegò a Piero che nel frattempo aveva preparato una cenetta intima a base di alghe e pesce apparecchiando il tavolo di pietra posto in giardino sotto una galleria di roselline rampicanti. " Perchè non ci trasferiamo definitivamente qui?", iniziò a mormorare Viane con il suo sorriso luminoso e pieno di tenerezza e gli occhi ardenti e brillanti, " da ragazza ho frequentato la scuola steineriana e ho appreso anche alcune teorie di agricoltura naturale , questo è il luogo ideale per metterle finalmente in pratica". Piero la guardò estasiato, non era mai stata così bella e attraente e mentre lei proseguiva spiegando i quattro principi dell'agricoltura naturale, quali il non lavorare il terreno, il non diserbare, il non usare concimi e neppure pesticidi, lui pensò fra sè e sè che la donna che aveva scelto era proprio speciale e subito accondiscese alla sua richiesta che andava di pari passo con i suoi desideri. La serata si concluse verso mezzanotte con Viane che precedette il suo amato sposo in camera da letto e Piero che restò ancora nel soggiorno ad ascoltare un po' di musica jazz. In quella grande stanza prima di coricarsi amava indugiare senza che nessuno, neppure lui, sapesse perchè. Forse per via di quelle fiammeggianti oleografie che erano appese ai muri o forse per quei profumi che alla notte entravano prepotentemente dal giardino rilasciando sentori di lavanda e rosmarino. In quell'atmosfera fuori dal tempo Piero si ritrovava e, contrariamente a quando con tristezza, mista a rabbia, rimpiangeva il tempo in cui aveva ancora l'uso delle gambe, riusciva ad essere sereno pensando che ora la vita gli stava dando altri doni. Era quasi l'una e la luce della luna penetrando dalla grande vetrata illuminava l'intera stanza conferendo anche agli oggetti più banali un aspetto interessante. Tuttavia improvvisamente provò un'immotivata inquietudine e pilotò la carrozzina verso la stanza da letto, mosse il pomolo d'avorio nel solito senso orario ma la porta non si aprì, ci riprovò ancora mentre un atroce presentimento lo indusse a pensare a una disgrazia. Iniziò a chiamare Viane e dopo che con un pugno l'uscio si schiuse venne preso da un senso di disperazione. Il letto era intatto , la porta finestra che si affacciava sul giardino era spalancata, la caraffa di cristallo per l'acqua della notte era piena,le preghierine kilim scendiletto erano appoggiate in ordine sul pavimento di vecchio legno a fianco dei comodini . I suoi grandi occhi azzurri smarriti iniziarono a cercare Viane in ogni angolo della casa e poi del giardino ma senza alcun riscontro. "Viane, Viane ", urlava dirigendo la carrozzina lungo i vialetti che circondavano la villa. Il silenzio che regnava intorno a quella dimora tanto amata stava divenendo sempre più insopportabile e memtre al richiamo di quel nome nessuno rispondeva su un cespuglio di rose gialle brillò lo scialle da sera di Viane da cui lei non si separava mai.
Viane appare come un'indaffarata milanese che affronta le vicende quotidiane con un che di picaresco, passando con incessante disinvoltura da un inciampo all'altro, da una piccola gioia ad una inaspettata soddisfazione come in un romanzo picaresco alla Tom Jones di H. Fielding, depurato da povertà e crudezze umane, donna erratica tra Milano e un estremo lembo di Liguria. Divertente da seguire.
RispondiEliminaAnna Parigi
Grazie Anna hai colto nel segno il mio romanzo che ancora ti sorprenderà.
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